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CHIAVERANO - Si infiamma la discussione politica sul Parco dei cinque laghi di Ivrea, dopo la proposta di legge in consiglio regionale del Piemonte per abolirlo firmata dal consigliere Paolo Ruzzola (Forza Italia) e sottoscritta da Alessandra Binzoni (Fratelli d'Italia). Sulla delicata vicenda si registra la presa di posizione del consigliere di minoranza di Chiaverano, Simone Eusebio Bergò, che incalza i sindaci del territorio ad una levata di scudi in difesa del progetto. 

«Da anni perdura una costante rassegna di notizie contrastanti in merito alla costituzione del Parco e alla sua identità – spiega il consigliere comunale del comune di Chiaverano, nonché dottore in Scienze Naturali, parlando a nome del gruppo consiliare di minoranza ChiaveranoCheVorresti - Questo ha portato nell’opinione pubblica una crescente incertezza sulla bontà dell’iniziativa e sulle possibilità di riuscita. L’ultima notizia, circolata su giornali e anche sul TG regionale, riporta che Paolo Ruzzola di Forza Italia - insieme ad Alessandra Binzoni di Fratelli d’Italia - ha presentato in Regione una proposta di abrogazione della legge che istituisce il Parco. 
Ritengo che questa proposta sia assurda sia nei contenuti che politicamente avvenendo a soli quattro mesi dall’istituzione del Parco. Inoltre, è stata presentata dallo stesso partito a cui appartiene il presidente di regione Cirio che, proprio alla scadenza dell’ultima legislatura e con la stessa maggioranza presente oggi, aveva approvato la sua istituzione. Dunque, vorrebbero abolire qualcosa che hanno votato loro stessi».

Bisogna fare chiarezza per Simone Eusebio Bergò: «Non è più accettabile continuare a leggere le notizie frutto della disinformazione diffusa da Coldiretti, i partiti che la appoggiano e con la complicità dei giornali, frutto di informazioni errate. Oltre che da altri soggetti coinvolti nella formazione del Parco che purtroppo non capiscono come funziona. I fondi non mancano. La Città Metropolitana è stata chiara su questo nei confronti degli enti locali. Lei, come ente gestore, era già esistente prima della costituzione del parco, ha un proprio budget dedicato alle aree protette e da anni ha sotto la sua gestione altri otto parchi naturali. Attraverso le sue risorse interne, garantisce il normale funzionamento amministrativo e le attività di controllo da parte della polizia metropolitana. In più sosterrà la direzione e redazione di eventuali progetti. Tutti i finanziamenti che riguardano lo sviluppo del territorio ed eventuali progetti dovranno essere cercati tramite bandi (che ad oggi sono numerosi e costituiscono importanti finanziamenti ed opportunità) com’è normale nel 2024 per tutti gli enti locali. Questi canali di finanziamento sono già stati individuati e dettagliati nel concept del Piano di sviluppo economico e sociale. La redazione di questo piano è in corso d’opera perché dovrà coinvolgere le parti sociali quali la comunità (formata dai sindaci ed appena costituita) e il Tavolo del Parco (formato dagli stakeholder ed in via di costituzione)».

«Si legge poi che non si può più contenere i cinghiali. Anche questo non è vero. A giugno il precedente piano faunistico è stato sospeso nell’area perché comprendeva tutto il territorio di CMTO quando con la nascita del Parco ne serviva uno dedicato. CMTO si era mossa per tempo ed aveva già mandato il nuovo piano in ISPRA per l’approvazione. In estate è stato dato parere positivo e dopo l’approvazione in Regione è stato poi adottato da CMTO diventando effettivo a partire da settembre. Quindi in quattro mesi la questione si è risolta. Infine, il richiamo al rischio di diffusione di peste suina africana è inverosimile dopo la recente riduzione di alcune misure restrittive e restando l’area parco ben lontana dalle zone ad oggi infette – conclude il consigliere comunale di Chiaverano - Ad oggi non è ancora possibile dare un giudizio sull’esito del progetto Parco dei cinque laghi d’Ivrea in quanto non è trascorso ancora abbastanza tempo dalla sua istituzione per ottenere i primi risultati. Tuttavia, si vede ancora necessaria una fase formativa e informativa per gli amministratori locali, gli stakeholder e tutti i cittadini al fine di acquisire consapevolezza sul significato e su cosa voglia dire in termini pratici essere parte di un parco. È più che mai necessario un lavoro corale da parte di CMTO, della Comunità e del Tavolo del Parco per consolidare la visione di sviluppo di quest’area protetta e del territorio circostante, definendo ruoli e spazi di manovra che devono convergere verso un obiettivo comune. Questo può essere interpretato come l’unico strumento in grado di mettere tutti davanti a un tavolo per lavorare su politiche che vanno oltre ai singoli campanilismi, come mai si è fatto fino ad ora nel nostro territorio. Ora mi chiedo cosa vogliono fare i sindaci vista questa proposta di legge. Vogliono difendere il percorso fatto fin qui che ha portato alla creazione del Parco? Vogliono far funzionare il Parco? O preferiscono farlo naufragare prima ancora che parta in modo da evitare di affrontare la sfida della sua gestione?».