CIRIE' - Ospite d'eccezione, a Ciriè, per il 25 Aprile, il Presidente Senatore Pier Ferdinando Casini. Le celebrazioni hanno preso il via con l’inaugurazione di una targa a ricordo del partigiano Sebastiano Renna alla scuola Fenoglio, che nel 1945 fu coinvolto in un’imboscata nei pressi di Corio, durante una riunione dei capi partigiani, e proprio presso la scuola Fenoglio, fucilato dalla Brigata Monterosa.
All’inaugurazione della targa, voluta dalla sezione locale dell'Anpi, erano presenti anche il sindaco Loredana Devietti e il vicesindaco Buratto, oltre naturalmente al presidente Anpi di Ciriè Pier Gianni Genta. Il successivo corteo ha raggiunto prima il Parco della Rimembranza, poi Piazzetta XXV Aprile e infine piazza D'Oria. Ad aprire gli interventi due studenti dell’Istituto Fermi Galilei, Alessandro Pettinato e Nicolò Cammarata.
«Mano a mano che ci allontaniamo da quel 25 aprile del 1945, diventa sempre più cogente, sempre più necessario, fare tesoro di ciò che è stato - ha spiegato il sindaco Loredana Devietti - ricordare quanto sia ingiusta e iniqua la guerra è indispensabile per apprezzare la pace. Per questo cari ragazzi e ragazze oggi qui presenti, avete ancora l’occasione preziosa di ascoltare le voci di chi c’era, di chi ha vissuto in prima persona gli anni bui e la successiva rinascita. Approfittatene. Parlate con chi quegli eventi li ha respirati. Chiedete. Ascoltate. Prendete nota. Siete l’ultima generazione che può ancora farlo».
Subito dopo è intervenuto Pier Ferdinando Casini che attraverso la sua orazione ufficiale ha dato ancora più significato alla Festa della Liberazione di Ciriè. «Pensavamo che le tragedie vissute nel Novecento non potessero più accadere, né ripetersi, ma purtroppo la storia ci ha smentiti. L’aggressione della Russia nei confronti di un Paese sovrano ci ha dimostrato quanto in realtà il nostro sistema di regole e principi incardinati nel secondo dopoguerra non sia scontato, quanto la democrazia sia ancora un valore da difendere e quanto possa far paura la sua diffusione ai confini di regimi autocratici». E ancora: «La Resistenza ci ha insegnato che la democrazia non si difende con l’indifferenza, che la libertà non si mantiene con il silenzio e che le derive autoritarie iniziano sempre con piccoli cedimenti: l’accettazione della paura come strumento politico, la riduzione dei diritti in nome della sicurezza, il disprezzo per il dissenso».
Foto tratte dalla pagina Facebook ufficiale del Comune di Ciriè che ringrazia per il contributo fotografico Patrizio Colucci - Ars et Labor.