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CUORGNE’ - Giù le mani dall’ospedale di Cuorgnè. Eclatante iniziativa «en-plein air» del Comitato in difesa della sanità pubblica alto Canavese per la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgné. Questa mattina, sabato 22 luglio 2023, i componenti del sodalizio si sono dati appuntamento nel piazzale del nosocomio cittadino per collocare all’ingresso della struttura un maxi striscione con una scritta eloquente: «Giù le mani dall’ospedale».

Un’azione nata dopo che si è venuti a conoscenza dei risultati dello studio che la Regione Piemonte ha commissionato ad un'azienda esterna per fare il punto sul fabbisogno sanitario del Canavese e sul riordino della rete dell'Asl To4. L'ospedale di Cuorgnè, secondo le conclusioni di quest’analisi, andrà privatizzato e, stando alle attuali esigenze del territorio, non ha nemmeno bisogno di un pronto soccorso attivo 24 ore su 24. Una conclusione inaccettabile per il Comitato. «Questa iniziativa nasce per dare un segnale a tutta la cittadinanza della nostra attività e azione per difendere il presidio pubblico ospedaliero e rivendicare l’apertura h24 del pronto soccorso – puntualizza Riccardo Tessarin del Comitato – E’ il passo successivo all’opera di volantinaggio che abbiamo compiuto in questi mesi. Ribadiamo la necessità di difendere il pronto soccorso da chiusure e privatizzazioni ipotizzate da certi studi, tra l’altro commissionati a privati. Siamo per un sistema sanitario pubblico efficiente che funzioni, con medici pagati il dovuto e personale infermieristico riconosciuto professionalmente ed economicamente. I servizi pubblici sanitari essenziali non possono essere esternalizzati a privati». 

Al pacifico sit-in di protesta hanno preso parte anche i consiglieri comunali di minoranza di Cuorgnè, Davide Pieruccini e Danilo Armanni, oltre a Elisa Pirro, senatrice della Repubblica per il Movimento 5 Stelle, e alla consigliera regionale pentastellata, Sarah  Disabato. «Siamo vicine al Comitato nella battaglia che sta conducendo per la riapertura del Pronto soccorso e contro le privatizzazioni, perché come sapete proprio l’ospedale di Cuorgnè è stato identificato dallo studio commissionato dalla Regione Piemonte come presidio potenzialmente destinato alla privatizzazione di servizi – ha spiegato Sarah Disabato - Questo noi non lo riteniamo assolutamente condivisibile. Il Canavese, anzi, ha bisogno di più servizi pubblici e di un potenziamento della sanità pubblica. Non possiamo pertanto permettere la svendita di nosocomi importanti come questo. L'Asl To4 sta già vedendo la privatizzazione di un presidio fondamentale come quello di Settimo. Questo sarebbe un altro regalo ai privati che non ci possiamo permette. E’ incomprensibile questa decisione della giunta Regionale, tra l’altro, in un momento in cui invece si discute di realizzare altri ospedali in Canavese». «Dalla pandemia in avanti – ha aggiunto la senatrice Pirro – abbiamo assistito a un crescente bisogno di salute dei cittadini. Tutti abbiamo chiamato “eroi” i nostri medici e il personale sanitario e poi smantelliamo a loro e agli italiani la sanità pubblica. Non è accettabile. Servizi essenziali, come il pronto soccorso, non possono finire nelle mani di privati. I presidi vanno rafforzati e difesi». 

«Questa iniziativa è un primo segnale di vicinanza alla struttura che vediamo sempre più minacciata, da ultimo dallo studio di questa società milanese. Quest'ultima avrebbe deciso che noi canavesani non abbiamo più bisogno del Pronto soccorso e neanche di un ospedale, secondo loro, da privatizzare – tuona Danilo Armanni – La presenza dell’ospedale a Cuorgnè è storica e va difesa da questo declino costante, cosa che purtroppo l'amministrazione comunale non sta facendo. E’ latitante su questa situazione». «I Comitati nascono quando la politica fallisce – ha concluso Davide Pieruccini – Per fortuna non tutta. Io e Danilo siamo la testimonianza di come, anche se in opposizione, si possono fare delle battaglie importanti. C’è una politica anche a livello regionale, seppur dai banchi della minoranza, che porta avanti l’idea da noi sposata: quella di una sanità sempre più pubblica su cui puntare. L’esatto contrario di quello che sta avvenendo in questo momento storico. Proprio un anno fa il gruppo consiliare Cuorgnè c’è piazzava, grazie a tanti volontari, il suo gazebo qui davanti all’ospedale per la raccolta firme contro la chiusura del Pronto soccorso. Dispiace che siamo sempre qua. C’è evidentemente qualcosa che non funziona, a livello regionale ma pure a livello locale. Ci dispiace, infatti, che nessuno della giunta cuorgnatese sia oggi presente. Queste cruciali battaglie vanno affrontate in modo preciso, compatto e unito. Non basta dire ai media di essere pronti a scendere in piazza e poi non farlo. Sono solo slogan mentre per la difesa della sanità pubblica serve tanta sostanza».