CUORGNE' - Riapre il pronto soccorso di Cuorgnè. Dall'otto gennaio 2024 l'ospedale tornerà operativo anche nel reparto d'emergenza, ad oltre tre anni dalla chiusura forzata a causa del covid (era l'ottobre 2020).
«Era il 29 ottobre 2020 quando l’allora direttore generale Vercellino comunicava la sospensione del pronto soccorso di Cuorgnè - dice il sindaco Giovanna Cresto - doveva essere temporanea, ed è poi diventata protratta, interminabile e insopportabile per tutti noi. Dal primo giorno del mandato della nostra Amministrazione ad oggi, mi sento di dire che ce ne siamo occupati e preoccupati costantemente. Per quanto può competere a livello comunale, tanto che la scelta di riapertura è e rimane una decisione regionale e di questo ringraziamo in primis Il Presidente Cirio che ha dato seguito alle parole pronunciate, un anno fa, all’apertura del PPI, mantenendo la promessa fatta, ed il Consigliere Regionale Fava che si è speso quotidianamente per il nostro territorio e non ha mai ceduto su questa battaglia. Entrambi si sono esposti personalmente per questa scelta che ha visto sicuramente il superamento di non poche difficoltà. Grazie per l’attenzione che avete dimostrato oggi al Canavese».
«Senza tanti clamori mediatici, sempre riflettendo e adottando una strategia di rete condivisa con gli altri sindaci ed amministratori della zona che ci sono stati accanto e senza i quali non saremmo qui a parlare di riapertura. Ci è stato spesso detto di non esporci, come tante altre volte, abbiamo ricevuto critiche non costruttive e non fondate, qualcuno ci ha detto che non avrebbe mai riaperto. Ed invece nessuno di noi ha smesso di crederci, continuando a lavorare a testa bassa per arrivare alla notizia che oggi ci è stata annunciata. Eccoci a ridire: riaprirà il Pronto Soccorso di Cuorgnè H24, come prima, e con l’impegno di provare ad internalizzare le risorse, se e quando sarà possibile. Ci sarà tempo per ricevere dettagli e partecipare a riunioni tecniche. Oggi è il giorno in cui gioire perché questa è la conquista di un servizio indispensabile per tutto il territorio».
Dello stesso avviso Mauro Fava, consigliere regionale di Forza Italia: «Missione compiuta. Attendevo con ansia queste parole del presidente e lo ringrazio per l’impegno in favore del nostro territorio, che ha un bisogno estremo di avere un presidio sanitario attivo in tutte le sue funzioni. E quanto la notizia fosse attesa lo dimostra il lungo applauso che la sala ha tributato all’annuncio. Voglio ringraziare anche il direttore dell’Asl Stefano Scarpetta, che ha tentato ogni strada possibile per reperire il personale necessario alla riattivazione del servizio, così come tutti i funzionari che hanno lavorato a questo obiettivo. Sono ovviamente molto soddisfatto del risultato ottenuto, frutto di un lungo e paziente lavoro sotto traccia, lontano dai riflettori: restituiamo così al territorio, in particolare alla gente delle vallate, una funzione essenziale del nostro ospedale. Con la riapertura dell’8 gennaio chiudiamo così idealmente la lunga parentesi dell’emergenza pandemia che ha visto l’ospedale diventare per mesi una struttura dedicata ai pazienti Covid, prima di riattivare poco per volta le sue varie funzioni, fino a che è stato aperto il punto di primo intervento, destinato solo ai pazienti con codice bianco o verde e aperto solo nelle ore diurne. Era evidente sin da subito che si trattava di una soluzione temporanea, ma tale passaggio è servito per venire incontro ad alcuni bisogni del territorio. Non si è comunque mai fermato il lavoro per trovare una soluzione alla mancanza di personale specializzato che impediva la riapertura del Pronto Soccorso, completo nelle sue funzioni e H24. Ci saranno comunque presto novità riguardanti anche i presidi di Rivarolo e Castellamonte – anticipa in conclusione Fava – L’impegno della Regione per migliorare i servizi per gli utenti canavesani non termina qui, visto che il presidente Cirio ha confermato pubblicamente gli investimenti destinati al potenziamento delle due strutture».
«Il ritorno del Pronto Soccorso del nosocomio di Cuorgnè alla sua piena operatività 24 ore su 24 - commenta soddisfatto il canavesano presidente della Terza commissione di palazzo Lascaris Claudio Leone, consigliere regionale della Lega - è un traguardo importante per noi canavesani. Da gennaio 2023, il Pronto Soccorso aveva operato come Punto di Primo Intervento, ma ora si prepara a ripristinare tutte le funzionalità tipiche di un pronto soccorso completo. Questo annuncio rappresenta una notizia eccezionale per l'intero territorio, che aveva espresso forti richieste di riapertura sin dalla chiusura causata dall'emergenza sanitaria».
«L'8 gennaio del 2024 - commenta il vicepresidente della commissione Sanità di Palazzo Lascaris, Andrea Cane, consigliere regionale della Lega - riprenderà a pieno regime l'attività del Pronto Soccorso. L'attività di emergenza del presidio sarà gestita dalla società di servizi attuale, mentre l'assistenza medica sarà fornita dai dipendenti dell'Asl. Questo approccio integrato garantirà un'assistenza di alta qualità per i pazienti. Con la riapertura del Pronto Soccorso, il presidio ospedaliero di Cuorgnè tornerà alle condizioni pre-pandemia, permettendo un aumento sia dei ricoveri sia delle attività chirurgiche. Avevamo preso un impegno preciso con i canavesani e lo abbiamo perseguito e raggiunto con ostinazione. Una notizia che oggi mi dà un'enorme soddisfazione e che dedico tutta ai cittadini del mio territorio».
Meno entusiasmo, invece, dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche: «Siamo seriamente preoccupati poiché questa ci sembra essere diventata più una bagarre politica che una seria programmazione sull'utilizzo appropriato del personale e dei servizi - dice Giuseppe Summa - attualmente le prestazioni dei medici sono affidate a personale non dipendente e nonostante il decreto leggw 34 abbia previsto in maniera rigida prima e con delle deroghe successivamente, il termine di affidarsi a personale esterno con costi onerosi, immaginiamo che per riaprire il pronto soccorso si proseguirà su questa strada, nonostante il monito dello stesso ministro della sanità. Per quanto riguarda il personale del comparto invece, è nota la difficoltà nel reperire personale infermieristico e a maggior ragione sull'area di Cuorgnè a meno che non si pensi, in virtù di logiche politiche che nulla hanno a che vedere con la programmazione e con le risorse a disposizione di sguarnire maggiormente altri reparti e servizi già in gravi difficoltà che riguardano in primis gli infermieri e in secondo luogo anche tecnici di radiologia e laboratorio. Sarà necessario chiedere all'azienda sapere anche come e dove intende prendere il personale necessario. È evidente che non vi è un piano di riorganizzazione generale, come ad esempio doveva essere il potenziamento e la riorganizzazione del territorio, ma solo interventi dettati dall'agenda politica».