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LEVONE - Pochi parroci, niente messa della vigilia di Natale. E' diventato un caso il «taglio» della messa forse più iconica dell'anno a Levone e Barbania; l'unico parroco dell'unità pastorale terrà la funzione del 24 sera a Rocca Canavese. La decisione ha dato vita ad un vivace dibattito, partito dalla presa di posizione del sindaco di Levone, Max Gagnor.

«Il tema posto dal sindaco di Levone, che chiede all'Arcivescovo di Torino venga celebrata la messa della Vigilia di Natale, è vero e chiaro. Apre alla necessità anche di riorganizzare le parrocchie in Unità pastorali che poi non sono diverse, nello spirito e nell'impegno, dalle Unioni montane per gli Enti locali. Per gradi e con un processo di sinergia vero. Sarebbe prezioso che le Unità pastorali non fossero nuovi ambiti territoriali ecclesiali che si sovrappongono a quelli 'civili' e istituzionali. Dovremmo lavorare per far combaciare i confini. Se manca il prete, va ricordato che può essere un diacono permanente a tenere la Liturgia della Parola. A Torino è così in tante realtà sin dagli anni Settanta», dicono in merito Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale.

«Come avviene in altri contesti dell'Italia e in Europa, saranno sempre di più anche dei laici, adulti e formati, a tenere liturgie della Parola al posto di consacrati. Saranno sempre più dei laici da coinvolgere, e la Chiesa, con il Sinodo, ci sta lavorando - aggiungono Colombero e Bussone - come Uncem siamo attentissimi al tema delle piccole parrocchie e stiamo lavorando da anni con la commissione della Cei sulle aree interne, guidata dal Vescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca. Per trovare soluzioni alla mancanza di preti, anche se non compete ai sindaci e a Uncem auspicare ci siano più vocazioni, ma soprattutto per dire come la Chiesa sta ancora nei territori montani e nei piccoli Comuni. Anche attraverso un patto con la comunità e le Amministrazioni pubbliche, che di fatto il sindaco di Levone propone e che vogliamo si realizzi».