LOCANA - «Il progetto di nuovo acquedotto della valle Orco, così com’è, rischia di impattare sui terreni agricoli del fondovalle». Lo sostiene Coldiretti Torino che chiede soluzioni per ridurre al massimo il consumo di suolo. In particolare, il potabilizzatore di Locana, previsto in località Praie, insieme alla strada di accesso all’impianto, occuperebbero un’area che andrebbe persa per sempre. La richiesta di Coldiretti Torino è di modificare il progetto, spostando la futura strada.
«L’acquedotto della valle Orco è un’opera utile che non vogliamo certo mettere in discussione – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Chiediamo, però, di limitare al massimo il consumo di suolo di fondovalle dove esistono gli appezzamenti agricoli con la migliore produzione di fieno, una materia prima imprescindibile per gli allevatori che, in mancanza di una produzione in proprio, sono costretti a importare anche dall’estero. Inoltre, questa scelta interferisce con le opere idrauliche del Consorzio Irriguo San Rocco che, con questa riduzione della superficie consortile, non potrà più accedere ai finanziamenti dei bandi comunitari».
Per questo, Coldiretti Torino propone due soluzioni alternative: realizzare l’adeguamento sul ponte in località Nosè, ma, per accedere al potabilizzatore, utilizzare la viabilità esistente a ridosso della montagna denominata “Strada di cavalcando e pedalando". In questo caso, si richiede, inoltre, quale opera compensativa che venga realizzato un sottopasso viario di adeguate dimensioni sotto la provinciale 460 in prossimità del ponte, per il passaggio degli animali che devono accedere al pascolo. In alternativa, si chiede di realizzare un nuovo ponte sul torrente Orco, in località Bosco, e utilizzare per accedere al potabilizzatore la strada rurale esistente, eventualmente adeguandola alle necessità viarie.
Inoltre, Coldiretti Torino chiede di evitare la formazione dei cosiddetti «reliquati» cioè quegli appezzamenti rimasti fuori dagli espropri, troppo piccoli per essere coltivati e di prevedere la ricollocazione delle opere irrigue per consentire la corretta irrigazione dei fondi.