FAVRIA - Potrebbe essere tranquillamente la sceneggiatura di un episodio di quelle serie tv che spopolano sulle piattaforme streaming (tipo Black Mirror o cose così). Invece è successo davvero, mescolando una buona dose di casualità ad un carico eccezionale di fortuna. Almeno per l'esito della vicenda.
Domenica scorsa, 17 dicembre 2023, intorno alle 5 del pomeriggio, sono caduti due ultraleggeri quasi in contemporanea. Uno a Favria, l'altro a San Gillio. Questione di minuti. A bordo, con i rispettivi piloti, c'erano due fidanzati. Stefano sull'aereo caduto a Favria, Antonietta su quello precipitato a San Gillio. I referti (quasi illeso lui, ferita lei, già operata al Cto per diverse fratture) dicono che entrambi se la caveranno. Così come i piloti, anche se l'uomo ai comandi del «Tecnam P92 Echo Super» caduto a San Gillio ne avrà per mesi.
Domenica, dopo il decollo, i due velivoli hanno fatto un lungo giro turistico fino alle coste della Liguria. Un bel viaggio, complice la splendida giornata di sole. Poi nel pomeriggio, qualcosa è andato storto. Entrambi i velivoli, infatti, sono stati sorpresi dal repentino calar del sole. Il primo sarebbe dovuto atterrare a Pianezza. Ma a causa del buio, il pilota non è riuscito a raggiungere la pista del campo volo e il velivolo si è schiantato contro un palo a bordo strada. Qualche minuto prima, l'aereo gemello con a bordo il ragazzo, è caduto in borgata Chiarabaglia a Favria. Era diretto al campo volo «Pegasus» di Busano ma il pilota, a causa dell'oscurità, non ha «visto» la pista e per non finire contro un traliccio ha tentato l'atterraggio d'emergenza in un campo. A duecento metri in linea d'aria dalla pista di Busano.
I carabinieri stanno adesso confrontando i dati per chiarire con esattezza quello che è successo. Di certo i due aerei viaggiavano con l'oscurità in violazione delle norme che, per quel tipo di velivoli, prevedono solo il volo diurno. Con l'obiettivo di limitare i danni, entrambi i piloti hanno tentato un atterraggio d'emergenza senza però lanciare un immediato «myday». Insomma, se sono tutti vivi è un mezzo miracolo. Un miracolo di Natale.