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FORNO CANAVESE - Sono ben 64 i migranti ospiti nell'ex casa di riposo di Forno Canavese. Sono arrivati nel fine settimana all'interno della struttura dove, in linea teorica, i posti a disposizione sarebbero solo 49. La comunicazione ufficiale è arrivata ieri dalla prefettura di Torino che si sta occupando, su tutto il territorio, di smistare i profughi in arrivo sulle coste italiane. Due mesi fa era toccato a Rivarolo Canavese, e prima ancora a Rocca Canavese: questa volta si è scelto Forno dopo il via libera della curia proprietaria dell'immobile, un tempo Rsa «Alice». La struttura era stata chiusa a causa del covid sul finire del 2020. La prefettura aveva lanciato l'allarme già a marzo chiedendo disponibilità di posti a fronte dei continui sbarchi. La situazione, in questi quattro mesi, non è migliorata.

Tante le polemiche tra i residenti, molti dei quali hanno ricordato i sacrifici fatti dalla popolazione per dare vita alla casa di riposo per gli anziani. I tempi, però, sono radicalmente cambiati e, dandola in gestione ad una cooperativa, è stata data la disponibilità all'accoglienza dei migranti. «Quando parliamo di loro dobbiamo prima di tutto ricordarci che sono persone, non merce, e dobbiamo sperare di non doverci mai trovare a vivere la loro stessa situazione - fanno sapere dal Comune di Forno Canavese con una nota diffusa sui social - i continui arrivi hanno portato i centri di accoglienza al collasso, la Prefettura ha indetto uno stato di emergenza e, immediatamente, le cooperative mettono a disposizione i locali che gestiscono e che possono accogliere queste persone. Questo spiega perché nella nostra ex Casa di Riposo Alice sono arrivati i profughi. Il problema è che il tutto avviene senza una comunicazione e/o un incontro: la Prefettura di Torino ha fatto una telefonata al sindaco giovedì sera, ma senza scendere nei dettagli».   

Nel fine settimana sono poi arrivati gli ospiti che, per il momento, resteranno a Forno a tempo indeterminato. «Comprendiamo il vostro malcontento che esprimete e che riguarda il fatto di come è stata gestita la situazione della Casa di Riposo Alice - aggiungono dal Comune - tante erano state le donazioni fatte dai cittadini fornesi e non, con la speranza di poter passare al momento opportuno gli anni della senilità. Ma poi, purtroppo, la situazione della struttura è degenerata: lo stabile non era più a norma per accogliere persone non autosufficienti e avrebbero dovuto iniziare i lavori per apportare i cambiamenti richiesti. Inoltre, i debiti continuavano ad aumentare e la Parrocchia aveva firmato una convenzione con la Cooperativa per cercare di avere qualche garanzia, ma non è servito a nulla: durante la pandemia la struttura è stata chiusa definitivamente». 

Di fatto, come avvenuto anche altrove, il Comune non ha avuto voce in capitolo: «È nostra intenzione organizzare un incontro aperto a tutta la cittadinanza, invitando i referenti delle parti chiamate in causa, in modo che tutti possano ricevere le informazioni necessarie».