IVREA - Si è ufficialmente aperta ieri, lunedì 6 gennaio, l’edizione 2025 dello Storico Carnevale di Ivrea, un evento che ha coinvolto l'intera cittadinanza in una giornata di grande tradizione, emozione e partecipazione. Il Generale Ulisse Falchieri ha fatto il suo debutto nel ruolo, accompagnato dal Sostituto Davide Luigi Diane, al suo terzo mandato, e dal Podestà Gianni Girardi, che ha vissuto il suo primo anno di incarico. La cerimonia è stata impreziosita dal commovente saluto di Monsignor Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea, che ha celebrato per l'ultima volta il Carnevale come Vescovo prima del suo commiato dalla Diocesi.
L’affetto per il Carnevale di Ivrea ha varcato i confini della piazza arrivando a migliaia di persone anche attraverso i social media. Il video della prima pifferata, pubblicato su Instagram, ha raggiunto oltre 100.000 visualizzazioni e coinvolto più di 70.000 account, l’85% dei quali non follower. Questo risultato dimostra non solo l’intenso legame della città con la sua tradizione, ma anche l'appeal che l'evento esercita a livello nazionale e internazionale. Grande seguito ha avuto anche la diretta Facebook che ha permesso a migliaia di persone, in particolare quelle impossibilitate a essere presenti a causa del maltempo, di vivere in diretta l’emozione della proclamazione del nuovo Generale.
«La giornata di apertura è stata estremamente positiva - ha dichiarato Davide Marchegiano, Responsabile Organizzazione del Carnevale - tutto si è svolto regolarmente, con una partecipazione straordinaria. Nonostante le temperature rigide il pubblico ha riscaldato l’atmosfera con il suo entusiasmo creando un’energia incredibile che ha pervaso tutta la piazza». Fin dalle prime ore del mattino, i cittadini hanno risposto all’appello del Carnevale, radunandosi in Piazza di Città per ascoltare il tradizionale suono dei Pifferi, che ha dato inizio a una giornata di emozioni e festeggiamenti. L’affluenza e il coinvolgimento sono stati straordinari, con una partecipazione che è cresciuta durante l'intera giornata.
Il vescovo, commosso, ha salutato per l'ultima volta il carnevale: «Carissimi Amici. Con questa parola, che mi è cara per la ricchezza dei suoi contenuti, vi do il più cordiale benvenuto in Cattedrale, salutando tutta la Città che sento mia e che voi rendete presente partecipando, numerosi come sempre, a questo tradizionale momento, bello ed atteso. Fin dal mio arrivo a Ivrea mi sono rivolto a tutti chiamandovi “Amici”. E ora, alla ormai imminente conclusione del mio servizio alla Diocesi, desidero ringraziarvi per l’affetto e la benevolenza che in questi dodici anni ho trovato dentro la comunità cristiana e – con immenso piacere – anche fuori di essa. Vi ringrazio di cuore, carissimi Eporediesi per essermi stati amici, e per aver donato la stessa l’amicizia anche alla mia cara mamma facendola sentire di casa in questa Città. Vi ringrazio per le tante – tantissime! – espressioni di affetto che, dal giorno in cui è stato annunciato il mio Successore, ho ricevuto, anche nella semplicità degli incontri per strada.
Porterò con me, nella nuova fase che nella mia vita si apre, un tesoro prezioso di relazioni e di affetti che non coinvolgono solo la sfera dei sentimenti, poiché “volersi bene” è “volere il bene dell’altro” e io sono pienamente concorde su quanto diceva il grande Benedetto XVI che mi ha inviato a Ivrea come Vescovo: “Esserci è un bene”, ed è “un bene che l’altro ci sia”. Ogni persona umana è un valore prezioso: un essere unico e irripetibile, chiamato a vivere la sua unicità nella comunità, dentro ad una rete di rapporti e nella ricerca del bene comune.
Grazie di cuore. Cari Amici, lo Storico Carnevale che oggi iniziamo, è l’ultimo a cui partecipo come Vescovo di Ivrea... Ad altro titolo spero di tornare a viverlo anche negli anni che verranno... In occasione del primo che vissi con voi nel 2013 dissi che il Carnevale di Ivrea non è una “carnevalata”. Ne sono sempre stato convinto. Il suo spirito genuino è quello di una festa di popolo che rievoca momenti significativi della propria storia, alla quale la fede cristiana non solo non è estranea, ma è parte del suo stesso tessuto… Di qui nasce la presenza del Vescovo a tanti momenti della manifestazione: a partire dalla offerta del Cero alla Cattedrale. In tutti questi anni, quella che potrebbe essere l’omelia di una celebrazione liturgica ho desiderato che avesse la forma di Discorso del Vescovo alla Città: rivolto non solo ai credenti e ai praticanti, ma a tutti, poiché la festa è la festa di tutti».