CUORGNE' - Si muove la politica regionale dopo la pubblicazione dello studio che suggerisce la privatizzazione dell'ospedale di Cuorgnè e la definitiva soppressione del pronto soccorso. Ve ne avevamo parlato in anteprima domenica. Ora il Pd e il Movimento 5 Stelle chiedono lumi alla giunta Cirio e, in particolare, all'assessore Icardi. Rumoroso silenzio, fin qui, da parte dei consiglieri regionali canavesani della maggioranza.
«Mentre continua a regnare incertezza sulla collocazione del nuovo ospedale dell'Asl To4 la Regione rende noto uno studio nel quale viene suggerita la privatizzazione del nosocomio di Cuorgnè e la soppressione definitiva del pronto soccorso, un altro passo per privare i cittadini della sanità pubblica, costringendoli a rivolgersi al privato. La posizione del Partito Democratico, di fronte a queste ipotesi, è di chiara opposizione. Salutiamo, quindi, con favore l’iniziativa del gruppo di minoranza "Cuorgnè c'è" che ha chiesto la convocazione di un Consiglio comunale aperto sul futuro dell'ospedale cittadino e riproporremo il tema in Consiglio regionale chiedendo all’Assessore Icardi un’informativa su questo tema», dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo. «Diciamo basta alle scelte calate dall’alto da parte di questa Giunta regionale, tutte volte a privatizzare la sanità. Da un lato in Conferenza Stato-Regioni si chiedono al Governo più risorse per la sanità e si annunciano assunzioni, dall’altro, invece, dove può decidere direttamente, il centrodestra in Piemonte riduce gli stanziamenti di cassa e va verso il privato», conclude Gallo.
«Le valutazioni sul pronto soccorso di Cuorgnè contenute nel recente studio affidato dalla Regione Piemonte alla società Adm Project Consulting stanno giustamente allarmando sindaci, amministratori e cittadini di questa zona del Canavese. Sotto la formula “dimensionamento clinico-gestionale” si profila l’addio alla riattivazione del Pronto Soccorso sostituito da un “ambulatorio per le piccole urgenze nelle 12 ore diurne”, ovvero un Punto di Primo Intervento. Il pronto soccorso di Cuorgnè è stato chiuso durante l’emergenza Covid e non ha più riaperto. Il 9 gennaio scorso il presidente Cirio e l’assessore Icardi, in occasione della riapertura del Ppi, affermavano che “era un primo, fondamentale passo verso la riattivazione del Pronto Soccorso”. È palese la contraddizione tra le promesse della Giunta e le conclusioni dello studio, dove si evidenzia il sottodimensionamento del personale medico ed infermieristico dei presidi di Cuorgné e di Lanzo e, quindi, la necessità di esternalizzare alcune attività. Pertanto: la Regione Piemonte non è riuscita a far assumere più personale, ha illuso i Canavesani con la promessa della riapertura di un vero Pronto Soccorso, infine, trasforma il Ppi da soluzione temporanea a definitiva ricorrendo ai privati, e confermando così la volontà della Giunta Cirio di affidarsi sempre di più ai privati per l’erogazione dei servizi. Ora l’assessore Icardi deve chiarire in Aula», dicono i consiglieri Dem, Alberto Avetta e Daniele Valle.
«L'obiettivo della Giunta Cirio si fa ogni giorno più chiaro: celebrare il funerale della sanità pubblica. Lo sta raggiungendo. Dopo la messa in vendita dell'ospedale di Settimo Torinese, oggi l'assessore con delega allo smantellamento della sanità pubblica ha aggiunto all’elenco delle strutture da svendere ai privati anche gli ospedali di Lanzo e Cuorgnè. Lo dice uno studio commissionato dalla Regione Piemonte alla società Agm project consulting, che prescrive come panacea per tutti i mali l’esternalizzazione di alcune delle attività principali. Oggi con un’interrogazione abbiamo portato la questione in Consiglio regionale, esprimendo tutta il nostro disappunto e chiedendo alla Giunta Cirio di avviare un tavolo di confronto con i sindaci, i sindacati ed i territori coinvolti per cercare soluzioni appropriate. Già risulta inaccettabile la recente chiusura del Pronto Soccorso di Cuorgnè, con disagi incredibili per la popolazione. Non accetteremo anche la svendita di queste importanti strutture. La strada da seguire non è quella delle privatizzazioni, ma quella degli investimenti pubblici per potenziare gli ospedali e garantire un servizio degno di questo nome», aggiunge Sarah Disabato, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle in Regione.