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BORGOFRANCO D’IVREA - L’annullamento della prima parte della tappa numero 13 di ieri, venerdì 19 maggio 2023, sta ancora facendo molto discutere, in Canavese e non solo. Il maltempo, infatti, ha costretto ad accorciare il tracciato e la lunghezza della tredicesima tappa del Giro d'Italia di ciclismo in partenza da Borgofranco e diretta a Crans Montana (Svizzera). 

I corridori hanno firmato il foglio di partenza a Borgofranco poi, d'accordo con la direzione corsa, hanno effettuato un passaggio in parata nelle vie del centro fino alla statale 26 in modo da accontentare i tanti tifosi arrivati in Canavese sotto una pioggia torrenziale. A quel punto, dopo il giro in parata (nel video la nostra diretta sotto la pioggia) sono stati fatti salire sui bus che li hanno portati direttamente in Svizzera. Una decisione che ha spiazzato i tanti tifosi giunti in Canavese presenti sotto la pioggia battente per assistere alla corsa. Ma è anche vero che alcuni tratti del percorso, a causa del maltempo, sarebbero diventati parecchio difficili da percorrere (specie le discese) con il grosso rischio di assistere a cadute e infortuni.

A dar voce ai contrari ci ha pensato l’ex Ct della Nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani. «Oggi (ieri ndr) abbiamo fatto tutti una brutta figura. I corridori hanno deciso di saltare la prima parte della tappa per il maltempo. Vero, alla partenza pioveva ma non faceva freddo così come non c’erano basse temperature ai 2100 metri di Croix de Coeur. Il sindacato dei corridori ha deciso questo ma credo che la decisione sia stata sbagliata. Alla partenza c’erano 12 gradi, in cima alla salita ben 10 e in Svizzera neanche pioveva. In queste condizioni si doveva correre perché le condizioni lo permettevano. Se accorciamo corse con un meteo come quello bisognerebbe annullare il 30% delle gare. Di questo passo ci saranno sempre meno tifosi perché, giustamente, si sono sentiti traditi. Giusto segnalare che al traguardo erano tanti i corridori arrabbiati e credo che il motivo fosse legato alla loro contrarietà nell’ accorciare la tappa. Ho sempre ammirato i ciclisti per quello che riescono a fare e per questo li ho sempre definiti eroi. Oggi di eroico non c’è stato nulla».

Si sono formati, specie sui social, due veri e propri «partiti» pro e contro la decisione di accorciare la tappa. Di opinione diversa da quella di Cassani, la maglia rosa, Geraint Thomas che a Eurosport ha commentato laconico: «Molti ragazzi si sono ammalati, e se vogliamo arrivare a Roma con almeno 50 corridori, questa è stata una buona decisione». Dello stesso avviso il direttore del Giro, Mauro Vegni: «Il maltempo continua ad imperversare, i corridori ci hanno chiesto l'applicazione del protocollo delle condizioni meteo estreme. Abbiamo deciso di andare oltre il San Bernardo. L'intesa? Non è mai facile trovarla, ognuno ha i suoi interessi. A noi interessa solo che ci sia la corsa. Qualcosa è chiaro che abbiamo dovuto cedere, ma a noi interessa il Giro».